[1]Śrūti (“ciò che è stato ascoltato”): Rivelazione, corpus di conoscenze sacre, non è di origine umana, “trasmesso” dai Ṛṣi delle origini la Śrūti è infatti identificata con il termine di apauruṣeya (“senza autore”).
[2]Smṛti (ricordo), Tradizione, testi considerati sacri, la cui autorità è però ritenuta secondaria rispetto a quelli appartenenti alla Śrūti. Con il termine viene indicata una conoscenza prodotta da esseri umani, ancorché considerata sacra, che viene ‘ricordata’ di generazione in generazione.
[3]Tratto da “108 Upanishads (The order as given in the Muktika Upanishad) With commentary on the first 10 Upanishads by Swami Nirmalananda Giri.” Pgg. 836-38 (“I-i-26-29. A che tipo di Kaivalya [isolamento] conduce Mokṣa [मोक्ष: liberazione, affrancamento, salvezza, emancipazione’]? La Mandukya [Upaniṣad] è sufficiente [per spiegarlo]; se da essa non si acquisisce la Conoscenza, allora studia le [prime] dieci Upaniṣad. Acquisendo la Conoscenza molto rapidamente, raggiungerai la mia dimora. Se anche così non fosse sufficiente, allora studia le [prime] trentadue Upaniṣad e fermati. Se desideri la Mokṣa [liberazione] senza il corpo, leggi [tutte] le 108 Upaniṣad. Ascolta il loro ordine . I-i-30-39 [elenco] ……I-i-40-43. Queste [Upaniṣad] distruggono i tre tipi di Bhāvana [भावन: produzione, visualizzazione, creazione mentale, sviluppo mentale] (relative a) corpo, sensi e mente che sono rispettivamente identificate con l’Atman. I migliori tra i Brahmani diventano jīvanmukti [जीवन्मुक्ति: liberati mentre ancora in vita] se studiano queste 108 Upaniṣad, sotto la guida di un Guru insieme a Shanti-pada [percorrendo la Via della Pace], fino alla distruzione del Prarabdha [quella parte del karma passato che è responsabile del corpo presente]. Quindi, con il tempo, essi raggiungeranno sicuramente lo stato di Videha-mukti [विदेहमुक्ति: liberato lasciando la forma corporea]. I-i-44-52. Queste 108 sono l’essenza di tutte le Upaniṣad e possono eliminare tutti i peccati al solo ascoltarle. Possono dare la liberazione se lette, con o senza conoscenza. Si può donare un regno, il benessere ecc. a chi chiede, ma non [si possono donare] a chiunque queste 108 [Upaniṣad] – a chi non crede (nastika), a un ingrato, a chi si comporta male, a chi si oppone alla devozione verso di me, ai delusi da scritture erronee o che non sono devoti verso il Guru. Viceversa, esse devono essere insegnate a chi è servizievole, devoto, di buoni costumi, nascita e sapienza. Costui dovrà essere verificato. Come recita un verso dei Ṛg [Veda]: ‘La dea della conoscenza si recò presso il Brāhmaṇa e disse ‘Proteggimi, sono il tuo Tesoro, non insegnarmi a chi è geloso, disonesto, falso – allora sarò potente, ma dallo -dopo averlo esaminato- a chi è istruito, attento, saggio e casto.’).