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Prāṇa e Respirazione consapevole yogica

Prāṇa, energia vitale Universale

Siamo immersi nell’energia, che continuamente si trasforma in materia e viceversa.
Quasi un secolo fa Einstein ha posto l’equazione di equivalenza tra energia e materia[1].
La più grande rivoluzione derivata dalla sua formula: energia e massa sono la stessa cosa, la massa/materia non è nient’altro che energia cristallizzata, solidificata[2].
Nello stesso periodo la fisica quantistica ha scoperto e dimostrato che tutta la materia di cui siamo costituiti non è altro che una ‘vibrazione’ energetica[3].

Il Prāṇa Universale della Tradizione Indiana (Sanatana Dharma) è l’infinito campo energetico nel quale siamo immersi e che sostiene le nostre funzioni vitali.
A livello del singolo individuo, il Prāṇa o energia vitale Universale, si manifesta generando uno specifico campo energetico, il corpo pranico (Prāṇamāyākośa).

Il corpo pranico individuale -che costituisce una parte infinitesimale del Prāṇa universale- pur avendo le sue proprie caratteristiche è parte del tutto.
Tra esso e il Prāṇa universale non esiste un confine, è un unico continuum.
Internamente al corpo pranico individuale, il Prāṇa si differenzia in relazioni a specifiche funzioni svolte sul piano fisico, mentale ed energetico, generando i Vāyu (venti, soffi vitali) che circolano nel corpo attraverso una fitta rete di canali energetici (nāḍī) [4].

L’energia è ovunque attorno a noi e in noi.
Se essa circola liberamente nel corpo e nella mente, se le emozioni ci attraversano senza appesantirci e bloccarci, se siamo in una relazione armonica con l’energia al di fuori di noi, il libero fluire del Prāṇa o energia vitale ci assicura salute e serenità a tutti i livelli.
Purtroppo, spesso accade che il tipo di vita che conduciamo porti a una carenza di energia oppure a dei blocchi in certe parti del corpo, a delle tensioni o anche a degli eccessi.
Con la respirazione completa dello Yoga praticata con consapevolezza possiamo “guidare” il flusso del Prāṇa attraverso il corpo.

La respirazione consapevole dello Yoga[5]

Il respiro è un riflesso automatico regolato internamente al nostro organismo in quanto necessario alla vita.
Proprio per questo non sempre abbiamo coscienza di come respiriamo, di quanto ossigeno ed energia entra ed esce dal nostro corpo e dove va.

Nello Yoga la respirazione consapevole ci permette di comprendere tutto ciò a cominciare dal nostro modo abituale di respirare per arrivare a fare esperienza, o meglio, “sentire”, seguendo il flusso del respiro, le respirazioni “parziali”, addominale, toracica (o diaframmatica) e clavicolare, fino alla respirazione completa, l’unica che riempia interamente di ossigeno e Prāṇa[6] i polmoni.
Nello Yoga un elemento importante della respirazione consapevole[7] è la leggera “tenuta” di quella parte dei muscoli addominali posti sotto l’ombelico e interni[8], cioè della cintura addominale[9].

Grazie ad essa i polmoni verranno ossigenati del tutto e colmati di nuovo Prāṇa.
Non solo nello Yoga, ma anche in altre forme millenarie della Tradizione, come quella Cinese (Qi Gong e Tai Chi Chuan) e Giapponese (Aikido e Reiki) ed altre ancora, attraverso una respirazione consapevole e specifici movimenti, si lavora per riequilibrare il flusso energetico all’interno del corpo e raggiungere l’armonia tra l’energia interna e quella esterna.

In tutte queste antiche Tradizioni un centro energetico importante è quello posto alcuni centimetri (3 dita circa) sotto l’ombelico e al suo interno.
Il Kanda della tradizione indiana, il Dantien o Tantien di quella cinese, l’Hara di quella giapponese.
Esso è anche un centro di equilibrio del corpo fisico.

Nello Yoga una importante pratica di respirazione è quella a narici alternate, nāḍī śodhana, con la quale si purificano ed armonizzano i flussi di ossigeno e Prāṇa attraverso due dei tre canali principali, Ida e Piṅgalā[10], che insieme alla nāḍī centrale Suṣumṇā e a tutte le altre nāḍī hanno origine nel kanda.

Respirando, portiamo la consapevolezza in questo punto.

  • inspiriamo e opponiamo una lieve resistenza, tenendo (contraendo) leggermente i muscoli corrispondenti a questo centro, la cintura addominale.

Facciamo risalire l’aria nei polmoni, dal basso verso l’alto, fin sotto le clavicole

  • espiriamo e contraiamo di più i muscoli addominali per aiutare l’aria ad uscire.

Anche quando camminiamo dovremmo cercare di mantenere o far tornare la consapevolezza in questo punto.

Respirazione e diaframma

Perché spesso si legge o si insegna “l’aria arriva nella pancia”[11]?

O, come è più esatto, “come se l’aria arrivasse nella pancia”?

Come se” l’aria arrivasse nella pancia è una espressione che facilita la comprensione della respirazione completa yogica.
L’aria in realtà va solo nei polmoni.
La diversa percezione dell’”aria che gonfia la pancia” è dovuta al movimento del DIAFRAMMA, uno dei più importanti muscoli, a contatto con quasi tutti gli organi.
Esso si trova sotto al petto e ha la forma di una cupola con la concavità verso il basso.

Il movimento del diaframma:

  • all’INSPIRO il diaframma SI ABBASSA, spingendo in giù i visceri (sensazione di “pancia gonfiata dall’aria”);
  • all’ESPIRO risale, di quanto, dipende dal tipo di respirazione.

Visualizziamo mentalmente il diaframma e il suo movimento:

  • verso il basso quando inspiriamo;
  • verso l’alto quando espiriamo.

Pratica

Respirazione addominale

Nella respirazione addominale

  • INSPIRANDO, in assenza della contrazione leggera della cintura addominale, il diaframma scende “gonfiando” la pancia (possiamo mettere le mani sull’addome per sentire la sua distensione).
    Il torace si allarga principalmente nella parte bassa e forse mediana e l’aria riempie solo una parte dei polmoni, non arrivando agli apici.
  • ESPIRANDO, con una contrazione dei muscoli addominali aiutiamo l’aria ad uscire.

Continuiamo la respirazione addominale con un flusso lento e costante.

Respirazione completa

Per passare dalla respirazione addominale alla respirazione completa, è necessario che ALL’ INSPIRAZIONE la cintura addominale sia leggermente tenuta, in altre parole che la pancia non si gonfi del tutto.
In tal modo il diaframma trova una resistenza alla sua escursione verso il basso che permette l’apertura di tutto il torace e il riempimento anche della parte mediana e alta (gli apici polmonari posti sotto le clavicole) dei polmoni.
L’espirazione parte da una contrazione maggiore degli addominali, che aiuta l’aria ad uscire completamente.

  • INSPIRANDO facciamo entrare ossigeno e Prāṇa, l’energia vitale.
    Sentiamo come se l’aria scendesse fin nella pancia[12], ma, grazie alla leggera contrazione della cintura addominale, il torace si allarga e l’aria inspirata[13] può risalire verso l’alto per riempire tutti i polmoni fino agli apici.
    L’inspirazione è come un “onda che dal basso risale verso l’alto”.
  • ESPIRIAMO partendo da una contrazione più decisa dei muscoli addominali.

Continuiamo la respirazione completa dello Yoga per altre 3-5 volte.
Lentamente.
Solo questo tipo di respirazione consapevole e completa permette di svuotare e riempire per intero i polmoni.
La pratica della respirazione completa si può iniziare supini per una maggiore consapevolezza del movimento del respiro.
Porre una mano sull’addome e una sul torace facilita la coscienza del flusso del respiro.

È importante respirare:

  • in un ambiente non inquinato, meglio se in mezzo alla natura o vicino al mare;
  • con il naso, che fa da filtro alle impurità presenti nell’aria.

Quando si espira con la bocca, il suono che si emette è un suono “liberatorio”:

  • buttiamo fuori ansie, tensioni e preoccupazioni insieme all’energia stantia che li accompagna;
  • prendiamo energia pulita e la riportiamo nel nostro corpo, nel kanda, il centro fisico ed energetico posto circa 3-4 dita sotto l’ombelico all’interno.

Possiamo visualizzarlo come una sfera luminosa che si allarga all’inspiro e si restringe all’espiro.

QUANDO SI INSPIRA IL DIAFRAMMA SI ABBASSA

articolo su prana e respirazione, prima immagine

INSPIRAZIONE

NELLA RESPIRAZONE COMPLETA YOGICA LA “TENUTA” DELLA CINTURA ADDOMINALE[14] -LIMITANDO L’ESCURSIONE DEL DIAFRAMMA VERSO IL BASSO- FACILITA L’APERTURA DEL TORACE.

IN TAL MODO OSSIGENO E PRĀṆA POSSONO RIEMPIRE COMPLETAMENTE I POLMONI FIN SOTTO LE CLAVICOLE.

QUANDO SI ESPIRA IL DIAFRAMMA SI ALZA.

articolo su prana e respirazione, seconda immagine

ESPIRAZIONE

NELLA RESPIRAZONE COMPLETA YOGICA LA MAGGIORE CONTRAZIONE VOLONTARIA DEI MUSCOLI ADDOMINALI FA TORNARE IL DIAFRAMMA NELLA POSIZIONE INIZIALE PERMETTENDO LO SVUOTAMENTO DI TUTTI I POLMONI.

divisore fantasia geometrica

[1]E=mc2 cioè l’energia è uguale alla materia o massa moltiplicata per una costante “c” al quadrato, identificata con la velocità della luce, di 300.000 km 2.
Poiché la velocita della luce al quadrato è un numero molto grande, si può dedurre che basta una piccola quantità di massa per produrre una grande quantità di energia. Einstein, teoria della relatività ristretta, 1905.

[2]L’una può trasformarsi nell’altra e viceversa, secondo uno specifico rapporto.

[3]introduzione alla fisiologia sottile della tradizione vedica hindu

[4]introduzione alla fisiologia sottile della tradizione vedica hindu

[5]la respirazione yogica

[6]In pranayama articoli specifici su “Cintura addominale” e “Respirazione yogica”, descrizione e pratica.

[7]La tenuta di questi muscoli è importante anche per la corretta postura in quanto aiuta a non arcuare troppo la colonna lombare, dando un maggiore equilibrio al corpo.

[8]diaframma

[9]A. Van Lysebeth, Prāṇayama, la dinamica del respiro, Astrolabio, 1973

[10]Ida e Pingala terminano rispettivamente nella narice sinistra e nella narice destra. Ad esse fanno capo le nadi secondarie

[11]Quando sappiamo che l’aria può andare solo nei polmoni.

[12]Nell’inspirazione, è il diaframma che, scendendo, spinge i visceri verso il basso.

[13]Nella respirazione completa dello Yoga, il diaframma, incontrando la resistenza della leggera contrazione della cintura addominale, non spinge del tutto l’addome verso il basso e permette al torace di ampliarsi e all’aria (che circola solo nei polmoni) di ossigenare ed energizzare tutti i polmoni fino agli apici sotto le clavicole.

[14]diaframma

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