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Omaggio a Śrī Svāmī Rama Tirtha (1873-1906)

Raffigurazione in primo piano di Sri Svami Rama Tirtha

Anteprima dal testo, di prossima pubblicazione:
Pātañjala Yogasūtrāṇi. Yama e Niyama, i Doveri (astensioni e osservanze). Il ‘punto di vista’ Yoga, terza edizione revisionata e ampliata, a cura di Fabio Milioni.

Śrī Svāmī Rama Tirtha[1], (Gossain Tirtha Rama), originario del Punjab, nella sua breve manifestazione terrena, ha lasciato un’impronta indelebile. Praticante operativo della ‘visione’ del Vedānta, ne ha evidenziato la sua essenza pratica, non solo intellettuale, di strumento di Illuminazione. Per questo, pur non avendo una relazione diretta con gli Yogasūtra e specificatamente con gli Yama e Niyama, non possiamo esimerci da un doveroso richiamo.
Della testimonianza del suo insegnamento, raccolta nei volumi di “In Woods of God-Realization”, riportiamo una sintesi illuminante.
Siamo di  fronte ad uno Yogī realizzato, che ha sperimentato direttamente l’Illuminazione, lasciando una testimonianza tutta orientata all’operatività:

“Rama Tirtha was a great ascetic and an enlightened mystic. He practised Yoga on the banks of the river Ravi. Later he lived in the forests of Brahmapuri, on the banks of the river Ganges, five miles away from Rishikesh and attained Self-realisation… The ancient sages and modern saints have proved this ineffable nature of the Supreme, not by logical proofs of perception and knowledge, but by actual experience of it which cannot be communicated to others for want of means. And Svāmī Rama Tirtha was one among such Experiencers of the Ultimate Bliss.”[2]

Pur non trattando specificatamente Yama e Niyama, il suo insegnamento è basato su principi che, seppure con nomi diversi, ne richiamano i contenuti. Lasciamo al lettore una diretta valutazione, limitandoci a riportare alcuni concetti nella loro forma originale:

“Rama Tirtha did not teach any particular Yoga or Sādhana or propound any abstract philosophical theory. He taught the actual living of Vedānta, of Yoga and Sādhana. This he taught by his own personal example. In himself he embodied an exposition of illumined living.”[3]

Se Vedānta e Rājayoga sono considerati come due aspetti della stessa Via regale:

“Question—Please tell us the meaning of Rāja Yoga.
Answer—Rāja Yoga means the royal method or royal road to concentration. That is the literal meaning. Rāja means royal method or road and Yoga means concentration.
Question—Give us the best method or give us a method such as all may adopt to spread the Vedantic Philosophy.
Answer—The very best method of spreading the Vedantic Philosophy is to live it, there is no other royal road.”[4]

I principi realizzativi fanno costante riferimento alla sorgente comune della Tradizione, (non a caso il testo contiene il richiamo a Platone e molti altri Sapienti dell’occidente):

“First Principle—Work
It is an open secret that work, attack, persistent application is the secret of success….
Thus you see that the more your work becomes impersonal and the more you rise above “I am doing,” the more you renounce the proprietary, copyrighting spirit, and the more you leave behind the accumulating, favour-currying spirit, the more you deny your unreal apparent self, the better will your work be. Vedānta requires you to work for its own sake. In order that your work should be success, you should not mind the end, you should not care for the consequences or the result.”[5]
“Second Principle—Unselfish Sacrifice
No prize or appreciation can be more benign or salubrious than the immediate joy which accompanies earnest action. Follow, then, action to realize the renunciation, religion or worship it involves, and be not led by the childish frivolities it promises. Feel no responsibility, ask for no reward. Now here should your goal be. People say, “First deserve and then desire.” Vedānta says, “Deserve only, no need of desiring.” [6]

“Third Principle—Love
Well, the third principle of success is love, harmony with the universe, adaptation to circumstances. What does Love mean? Love means practically realizing your oneness and identity with your neighbours, with all those who come in contact with you…
Similarly remember that all the world is one body… Unless you realize this fact, live this truth that you are one with the universe, that you and God are one, you cannot succeed…..But truth is undeniable that so long as you are in perfect harmony with Nature, so long as your mind is in tune with the universe and you are feeling and realizing your oneness with each and all, all the circumstances and surroundings, even winds and waves, will be in your favour.”[7]
“Seventh Principle—Purity
The last but not the least point which guarantees success is Purity. It is true that—”Thought is another name for fate”; what a man thinks that he becomes.”
[8]

Al lettore attento, e al ricercatore sincero, non sfuggiranno gli echi comuni dell’unica Sapienza.

Fabio Milioni

divisore fantasia geometrica

[1]In Woods of God-Realization, Rāma Tirtha Publication League, 1913 edition.

[2]Ibidem, vol. I pg. 12 (“Rāma Tirtha è stato un grande asceta e un mistico illuminato. Praticò lo Yoga sulle rive del fiume Ravi. Più tardi visse nelle foreste di Brahmapuri, in poi presso le rive del fiume Gange, a cinque miglia di distanza da Rishikesh, dove raggiunse l’Illuminazione. Gli antichi saggi e i santi moderni hanno dimostrato la natura ineffabile dell’Essere Supremo, non mediante prove logiche o di conoscenza razionale, ma per esperienza diretta e reale effettiva di esso [l’Essere Supremo] che non può essere comunicata ad altri mediante strumenti [intellettuali]. Svāmī Rāma Tirtha è stato uno sperimentatore dell’Illuminazione finale.”).

[3]Ibidem,pg.16 (“Rāma Tirtha non ha insegnato nessuna forma particolare di Yoga o Sādhana né ha proposto alcuna teoria filosofica astratta. Ha insegnato la vita reale del Vedānta, dello Yoga e della Via iniziatica [साधना Sādhana] . Il suo è un insegnamento attraverso l’esempio, incarnazione di una di vita illuminata.”).

[4]Ibidem, pg. 389 (“Domanda: puoi dire, per favore, il significato di Rājayoga? Risposta: Rājayoga indica il metodo o la via Regale per la concentrazione. Il significato letterale è questo. Rāja significa metodo regale o Via e Yoga significa concentrazione. Domanda: poi indicarci qual’è il metodo migliore, un metodo che chiunque possa adottare per diffondere la filosofia vedantica? Risposta: il metodo migliore per diffondere la filosofia vedantica è viverlo, non esiste altra Via Regale.“).

[5]Ibidem, pg. 295, 303 (“Primo principio: il lavoro [l’operatività]. È un segreto rivelato che il lavoro, la determinazione, l’applicazione perseverante sono il segreto del successo ….Così prendi consapevolezza che tanto più il tuo lavoro diventa impersonale è vai oltre [l’approccio  personale dell’] “Sono Io che sto facendo”, più rinunciando allo spirito individuale del possesso dell’azione, quanto più abbandoni il desiderio di possesso, l’immagine personale, negando il tuo sé apparente ed irreale, meglio sarà  per il tuo lavoro. Il Vedānta ti richiede di lavorare [non per te stesso, ma] per il suo stesso bene superiore. Affinché il tuo lavoro possa avere successo, non dovresti preoccuparti del suo esito, delle conseguenze o del risultato.”).

[6]Ibidem, pg. 303, 306 (“Secondo principio: sacrificio altruistico. Nessun premio o apprezzamento può essere più benigno o positivo della gioia immediata che accompagna l’azione sincera. Segui, quindi, l’azione per realizzare la rinuncia, la religione o l’adorazione che essa comporta, e non essere guidato dalle frivolezze infantili che promette. Non sentirti responsabile, non chiedere ricompensa. Il tuo obiettivo dovrebbe essere questo. La gente comune afferma: “Prima merita e poi desidera”. Il Vedānta, invece, afferma: “Merita esclusivamente, senza desiderare.”).

[7]Ibidem, pg. 312,313, 316 (“Terzo principio: Amore. Il terzo principio del successo è l’amore, l’armonia con l’universo, l’adattamento alle circostanze. Cosa significa amore? Amore significa realizzare praticamente la tua unità e identità con i tuoi vicini, con tutti quelli che ti vengono in contatto …  Allo stesso modo ricorda che tutto il mondo è un solo corpo … non potete riuscire [nella Via verso l’Illuminazione] senza rendersi conto di ciò, vivi questa verità che sei Uno con l’universo, che tu e Dio siete Uno,… ..E’ una verità innegabile che finché sei in perfetta armonia con la Natura, fintanto che la tua mente è in sintonia con l’universo e stai provando e realizzando la tua unione con tutti e ciascuno, tutte le circostanze e le situazioni, anche quelle apparentemente avverse, saranno a tuo favore.“).

[8]Ibidem, pg. 335 (“Settimo Principio. Purezza. L’ultimo ma non meno importante punto che garantisce il successo è la Purezza. È vero che- “Il pensiero è un altro nome per il destino

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