
Tratto dal libro: OṀ AUM Oṃkāra Praṇava Udgītha Ekākṣara
traduzioni e note a cura di Fabio Milioni e Liliana Bordoni, YCP, 2019
ED STAMPA: ISBN 978-88-31649-46-9
EPUB : ISBN 978-88-31649-95-7
Anche in questa fondamentale Upaniṣad[1], il cui contenuto spazia da elementi prettamente rituali a corrispondenze simboliche a esposizioni dottrinarie filosofiche, troviamo vari esempi di trasmissione iniziatica della Sapienza, tra i quali riportiamo quelli relativi alla OṀ.
Primo Adhyāya – Primo Khaṇḍa
॥ प्रथमोऽध्यायः ॥
ओमित्येतदक्षरमुद्गीथमुपासीत । ओमिति ह्युद्गायति तस्योपव्याख्यानम् ॥ १.१.१ ॥
|| prathamo’dhyāyaḥ ||
omityetadakṣaramudgīthamupāsīta | omiti hyudgāyati tasyopavyākhyānam || 1.1.1 ||
OṀ: questa è la sillaba su cui meditare come l’Udgītha. Dato che l’Udgītha viene intonato iniziando con OṀ, sarà data la spiegazione di questa sillaba.
एषां भूतानां पृथिवी रसः पृथिव्या अपो रसः । अपामोषधयो रस ओषधीनां पुरुषो रसः पुरुषस्य वाग्रसो वाच ऋग्रस ऋचः साम रसः साम्न उद्गीथो रसः ॥ १.१.२ ॥
eṣāṃ bhūtānāṃ pṛthivī rasaḥ pṛthivyā apo rasaḥ | apāmoṣadhayo rasa oṣadhīnāṃ puruṣo rasaḥ puruṣasya vāgraso vāca ṛgrasa ṛcaḥ sāma rasaḥ sāmna udgītho rasaḥ || 1.1.2 ||
La terra è l’essenza di tutte le cose, animate o inanimate; l’acqua è l’essenza della terra; le piante sono l’essenza dell’acqua; gli esseri umani sono l’essenza delle piante; la parola è l’essenza degli esseri umani; il Ṛg Veda è l’essenza del discorso; il Sāma Veda è l’essenza del Ṛg Veda; e l’Udgītha è l’essenza del Sāma Veda.
स एष रसानांरसतमः परमः परार्ध्योऽष्टमो यदुद्गीथः ॥ १.१.३ ॥
sa eṣa rasānāṃrasatamaḥ paramaḥ parārdhyo’ṣṭamo yadudgīthaḥ || 1.1.3 ||
Questo Udgītha è la massima essenza delle essenze. E’ il supremo di ciò che esiste. Idoneo per il sommo stato è l’ottavo, esso è l’Udgītha.
कतमा कतमर्क्कतमत्कतमत्साम कतमः कतम उद्गीथ इति विमृष्टं भवति ॥ १.१.४ ॥
katamā katamarkkatamatkatamatsāma katamaḥ katama udgītha iti vimṛṣṭaṃ bhavati || 1.1.4 ||
La questione è: quale è tra loro il Ṛg? Qual’ è tra loro il Sāma? Quale è tra loro l’Udgītha?
वागेवर्क्प्राणः सामोमित्येतदक्षरमुद्गीथः । तद्वा एतन्मिथुनं यद्वाक्च प्राणश्चर्क्च साम च ॥ १.१.५ ॥
vāgevarkprāṇaḥ sāmomityetadakṣaramudgīthaḥ | tadvā etanmithunaṃ yadvākca prāṇaścarkca sāma ca || 1.1.5 ||
Il Ṛg è la parola stessa, il Prāṇa è il Sāma; OṀ non è nient’altro che l’Udgītha [Brahman] stesso. Quella stessa coppia che è formata dalla parola e dal Prāṇa, dal Ṛg e dal Sāma.
तदेतन्मिथुनमोमित्येतस्मिन्नक्षरे संसृज्यते यदा वै मिथुनौ समागच्छत आपयतो वै तावन्योन्यस्य कामम् ॥ १.१.६ ॥
tadetanmithunamomityetasminnakṣare saṃsṛjyate yadā vai mithunau samāgacchata āpayato vai tāvanyonyasya kāmam || 1.1.6 ||
74. All’inizio e alla fine della recitazione dei Veda, l’allievo dovrebbe sempre recitare il Praṇava [la sillaba OṀ]. Se all’inizio non viene recitata, il Veda scivola via; se non viene recitata alla fine, il Veda si vanifica.
आपयिता ह वै कामानां भवति य एतदेवं विद्वानक्षरमुद्गीथमुपास्ते ॥ १.१.७ ॥
āpayitā ha vai kāmānāṃ bhavati ya etadevaṃ vidvānakṣaramudgīthamupāste || 1.1.7 ||
In verità, colui che, conoscendo in tal modo questa sillaba, medita sulla sillaba OṀ come l’Udgītha, diviene uno che ottiene ciò che desidera.
तद्वा एतदनुज्ञाक्षरं यद्धि किंचानुजानात्योमित्येव तदाहैषो एव समृद्धिर्यदनुज्ञा समर्धयिता ह वै कामानां भवति य एतदेवं विद्वानक्षरमुद्गीथमुपास्ते ॥ १.१.८ ॥
tadvā etadanujñākṣaraṃ yaddhi kiṃcānujānātyomityeva tadāhaiṣo eva samṛddhiryadanujñā samardhayitā ha vai kāmānāṃ bhavati ya etadevaṃ vidvānakṣaramudgīthamupāste || 1.1.8 ||
Invero questa [OṀ] è una sillaba di assenso. Infatti, qualsiasi cosa uno approvi, gli pronuncia soltanto: OṀ. Questa stessa [OṀ], che esprime assenso, è prosperità. In verità colui che, conoscendo in tal modo questa [sillaba], medita sulla sillaba [OṀ] come l’Udgītha, avrà esauditi i desideri.
तेनेयं त्रयीविद्या वर्तते ओमित्याश्रावयत्योमिति शंसत्योमित्युद्गायत्येतस्यैवाक्षरस्यापचित्यै महिम्ना रसेन ॥ १.१.९ ॥
teneyaṃ trayīvidyā vartate omityāśrāvayatyomiti śaṃsatyomityudgāyatyetasyaivākṣarasyāpacityai mahimnā rasena || 1.1.9 ||
Con OṀ si inizia il triplice rituale vedico, con OṀ si inizia a recitare i Veda. Con OṀ si inizia a cantare gli inni vedici, di nuovo con OṀ si canta dai Veda, in lode di OṀ [Brahman]. Tutto questo è un omaggio a OṀ. Ancora una volta, tutto ciò è possibile in virtù dell’essenza che deriva da OṀ [sotto forma di grano e altri alimenti].
तेनोभौ कुरुतो यश्चैतदेवं वेद यश्च न वेद । नाना तु विद्या चाविद्या च यदेव विद्यया करोति श्रद्धयोपनिषदा तदेव वीर्यवत्तरं भवतीति खल्वेतस्यैवाक्षरस्योपव्याख्यानं भवति ॥ १.१.१० ॥
॥ इति प्रथमः खण्डः ॥
tenobhau kuruto yaścaitadevaṃ veda yaśca na veda | nānā tu vidyā cāvidyā ca yadeva vidyayā karoti śraddhayopaniṣadā tadeva vīryavattaraṃ bhavatīti khalvetasyaivākṣarasyopavyākhyānaṃ bhavati || 1.1.10 ||
|| iti prathamaḥ khaṇḍaḥ ||
Tramite quella [sillaba] entrambi compiono il rito, colui che così la conosce e colui che non la conosce. Ma la conoscenza e l’ignoranza producono risultati diversi. Qualsiasi cosa fatta con conoscenza [di OṀ], con fede negli insegnanti e nelle Scritture e secondo i principi delle Upaniṣad o dello Yoga è più feconda. Questa è certamente la spiegazione della grandezza di questa sillaba OṀ.
