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Kavala e Gaṇḍūṣa nella tradizione ayurvedica. La pratica dell’“oil pulling”

Prima parte - Kavala e Gaṇḍūṣa nella tradizione ayurvedica

Premessa[1]
Nell’Āyurveda[2] gli oli medicati e il ghee medicato (gṛhītam) sono preparati usando specifici procedimenti e principi come descritti dettagliatamente nei testi classici ayurvedici.
Questi rimedi erano usati (e lo sono tuttora) dai medici ayurvedici per numerosi disordini e disequilibri riguardanti vari sistemi del corpo umano.
La maggior parte degli oli sono per uso esterno, tuttavia alcuni tipi di oli e molti dei ghee medicinali sono dati per bocca.
I vari metodi per preparare oli e burri e i benefici del loro uso, sia preventivo che terapeutico, sono descritti quasi tutti nei testi classici dell’Āyurveda tra i quali:
Caraka Saṃhitā[3], Suśruta Saṃhitā[4], Ashtanga-Hṛdaya-Saṃhitā[5], Śārṅgadhar Saṃhitā[6].

In essi vengono descritte numerose preparazioni a base di erbe, terapie e raccomandazioni sui dosaggi.
In accordo ai principi ayurvedici tali metodi di pulizia e purificazione mirano al riequilibro dei Doṣa[7].
Il processo di preparazione degli oli medicinali usando piante, erbe, minerali e grassi animali è chiamato Sneha Kalpanā[8] o Sneha Pāka[9].
Esso può essere definito come un processo farmaceutico per preparare medicamenti a base di olio o lipidi usando tre tipi di sostanze[10]: Kalka[11], un impasto a base di erbe con parti differenti di vegetali; Kvatha[12], decotti preparati secondo i principi ayurvedici; (Sneha[13]) Drava/Dravya[14] un altro liquido come il latte, succhi fatti al momento, brodo di carne, etc.[15]

Mukha Kalpanā[16]: metodi per l’igiene orale e per le terapie.
Essi si chiamano Kavala e Gaṇḍūṣa[17].
In Kavalagraha[18] la quantità di olio (o altra sostanza) è tale che può essere ruotato nella bocca per un tempo specifico e poi sputato.
In Gaṇḍūṣa[19] si riempie la bocca alla sua massima capacità, con un fluido medicato, in modo che sia impossibile muoverlo.  Dopo un tempo specifico esso viene sputato.
Secondo i testi classici la differenza tra i due metodi è unicamente nella dose[20].
L’olio utilizzato nella Tradizione è l’olio di sesamo (Tilataila[21]).
Le procedure descritte nei testi classici sono complesse e dettagliate; esse si riferiscono a terapie che devono essere praticate da medici competenti (esperti nella medicina ayurvedica), in quanto, se condotte male, possono portare anche alla malattia.
Le ricerche in merito sono relative alle terapie tradizionali.

Kavala e Gaṇḍūṣa[22]
Sono di quattro tipi[23], definiti in modo leggermente diverso a seconda dei testi[24].
Ognuno di essi cura i disequilibri dei doṣa[25] utilizzando decotti o oli trattati con erbe ed altri ingredienti (come miele, latte, olio, etc.)
I 4 tipi sono: oleoso (Snehi), calmante (Prasadi), purificante (Shodana) e guaritore (Ropana).
Le sostanze usate sono calde o fredde, dolci o acide, pungenti o saline, etc. secondo il doṣa[26] da riequilibrare:

  • per Vāta o Vāyu: oleoso, tiepido, con aggiunta di erbe dal gusto dolce, agro e salato
  • per Pitta: calmante, freddo, con aggiunta di erbe dal sapore amaro, astringente, dolce
  • per Kapha: purificante, caldo, con aggiunta di erbe dal sapore amaro, acido, pungente, salato
  • il medicamento guaritore (Ropana[27]) vale per tutti e tre i doṣa e viene utilizzato per guarire soprattutto le ulcere (della bocca).

Dopo la diagnosi si sceglie il trattamento secondo lo scopo da raggiungere e il livello di disequilibrio e di malattia.
Sia per Kavala[28] che per Gaṇḍūṣa[29] troviamo la descrizione dei procedimenti.
Il clima deve essere favorevole, come una giornata di sole primaverile.
Il paziente è gradualmente preparato, con impacchi, massaggi, decotti, etc.
In particolare, il collo, le guance e la fronte del paziente devono essere ammorbiditi e riscaldati ed egli dovrebbe prendere (in bocca) tritaku[30], vacā[31], semi di senape, harītakī[32] e granelli di sale impastati insieme e sciolti in una sostanza tiepida come olio o miele.

Successivamente l’olio (o altra sostanza) dovrebbe essere trattenuto in bocca fino a che il doṣa aggravato si accumula nelle guance con una copiosa secrezione anche attraverso le narici e gli occhi.
Quando avviene ciò la sostanza va ogni volta rimossa e una (sostanza) fresca dovrebbe essere presa e egualmente tenuta.
Il paziente durante la terapia dovrebbe stare in una postura eretta tenendo la mente concentrata (su ciò che sta facendo).
Non è specificato per quanto tempo si deve trattenere la sostanza in bocca, poiché ogni persona è unica.
Al termine segue un’inalazione di erbe specifiche (dhūmapāna[33]), poi vengono masticate foglie di betel (tāmbūla[34]).
Il sesamo, fiori di loto, miele o ghee possono anche essere usati per alleviare le sensazioni di bruciore in bocca[35].
Questo procedimento si può ripetere a seconda delle condizioni del paziente.
È necessario essere seguiti da un medico ayurvedico esperto per evitare disagi anche gravi.

Tra le sostanze usate vi sono[36]:

  • grassi, come olio di sesamo e ghee
  • latte
  • erbe e vegetali, come la ninfea
  • miele con acqua
  • una farinata fermentata
  • vino indiano
  • brodo di carne
  • liquido da fermentazione acida del grano, simile alla birra
  • sostanze medicamentose scelte per specifici scopi, etc.

Per l’uso giornaliero si usano olio di sesamo o brodi di carne.
Tra le indicazioni[37]:

  • rigidità del collo, mal di testa, otalgia, problemi ai denti, alla lingua, al palato, alla gola e all’esofago
  • rinite, sinusite, malattie della testa
  • affezioni agli occhi
  • salivazione eccessiva, disordini della bocca, nausea, alterazioni del sonno, perdita di appetito e della percezione del gusto.

Secondo i testi la pratica regolare assicura: rafforzamento della voce, del volto e delle mandibole; miglioramento nella percezione del gusto, maggiore salute dei denti; resistenza contro malattie della testa, delle orecchie, del naso e degli occhi.
La terapia ben condotta ha come effetti un miglioramento della malattia, una sensazione di purezza e leggerezza in bocca, uno stato d’animo allegro, rinnovato vigore negli organi di senso.
Un senso di stanchezza, eccessiva salivazione e scarsa capacità del gusto, indicano un processo insufficiente.
Un’avversione per il cibo, secchezza e/o infiammazione alla bocca, sensazione di sete, affaticamento, sono sintomi di un eccessivo prolungarsi della terapia[38].

Controindicazioni
Kavala e Gaṇḍūṣa non devono mai essere praticati in caso di eccesso di ama[39] (tossicità, digestione incompleta, etc.), alcolismo, malattie del sangue, infiammazioni agli occhi, rinite cronica, costipazione, debolezza ed esaurimento, anoressia, insonnia, ulcerazioni croniche in bocca.
Va evitato per i bambini di età inferiore ai 5 anni.

Efficacia della terapia tradizionale
Nell’Āyurveda viene riportata l’efficacia di Kavala e Gaṇḍūṣa nel curare numerose malattie sistemiche[40] e purificare l’intero corpo.
Essa ritiene infatti che ogni parte della lingua è connessa con i vari organi: reni, polmoni, fegato, cuore, intestino, stomaco, spina dorsale, etc.
Ruotare l’olio (o altra sostanza) nella bocca rimuove i microrganismi infettivi superficiali presenti nella cavità orale e attiva gli enzimi.
Si ritiene anche che gli ingredienti attivi dell’olio medicamentoso, assorbiti attraverso la mucosa della bocca, passino nel flusso sanguino, e, al contempo, le tossine siano attirate fuori dal sangue.

La ricerca[41] avvalora questo ruolo della mucosa orale che, grazie alla sua parziale permeabilità, permette sia l’assorbimento dei principi attivi dell’olio, sia il passaggio delle tossine nella bocca.
In più gli oli utilizzati e i fluidi medicati hanno proprietà antiossidanti.
Tutto ciò concorre a proteggere la cavità orale dalle infezioni e dall’infiammazione e la viscosità dei fluidi usati si ritiene possa inibire l’adesione dei batteri e la aggregazione della placca.
Si ipotizza che la terapia produca benefici, in particolar modo attraverso questi processi[42]:

  • Stimolazione della ghiandola salivare a secernere più saliva.
    Essa contiene gli anticorpi IgA e IgM e il lisozima, un enzima che inibisce la crescita dei batteri nella bocca proteggendola contro i microorganismi come un antibiotico locale. La saliva contiene anche dei fattori di coagulazione che proteggono le ferite dalle invasioni batteriche.
  • Incremento della permeabilità vascolare nella cavità orale.
    Creando una pressione sopra la mucosa orale, la sostanza viene rapidamente assorbita sia a livello locale che a livello sistemico; ciò può ridurre l’infiammazione ed alimentare il processo di guarigione della malattia.
  • Mantenimento del ph orale.
    I costituenti chimici delle sostanze utilizzate trasformano il ph orale portandolo verso l’alcalinità, aiutando così a ridurre la crescita batterica nella bocca.

Kavala e Gaṇḍūṣa, come descritte nei testi classici, sono complesse terapie di prevenzione e di cura che racchiudono le antiche conoscenze relative al mantenimento della salute (riequilibro dei doṣa) di cui è ricca la tradizione ayurvedica.
Esse rispecchiano la visione tradizionale dell’unità corpo-mente-spirito all’interno dell’individuo, dell’unità individuo-Natura (microcosmo e macrocosmo) e il rispetto per l’unicità di ogni persona.

Queste terapie possono essere applicate unicamente da medici ayurvedici esperti.

divisore fantasia geometrica

[1]Per la corretta lettura dei termini in sanscrito, riportati secondo la codifica di traslitterazione IAST, fare riferimento a:
il sanscrito lingua sacra traslitterazione e pronuncia
Per una comprensione migliore del presente articolo si consiglia consultare la seguente sezione del sito:
ayurveda e yoga terapia
la realta secondo layurveda

[2]Āyurveda आयुर्वेद: scienza e conoscenza della vita.

[3]Caraka Saṃhitā, libro 1 Sūtrasthāna सूत्रस्थान (prima parte generale: cure del medico, malattia, rimedi, dieta ecc.), cap. V, 78-80.

[4]Suśruta Saṃhitā, volume 4: Cikitsāsthāna चिकित्सास्थान, 39-46, Kaviraj Kunja Lal Bhishagratna, 1911.

[5]Aṣṭāṅgahṛdayasaṃhitā अष्टाङ्गहृदयसंहिता: Raccolta dell’essenza della scienza ottopartita,  una delle tre grandi opere di Vāgbhaṭa.

[6]Śārṅgadhar: Sharangdhar Samhita of Pandita Sarangadhara with Commentaries of Adhamalla Dipika & Kashirama- Gudharth Dipika, P. P. Shastri, Vidyasagar, Chaukhamba, New Delhi, 2012-13.

[7]Doṣa दोष: uno dei componenti del Prāṇa  che svolge un ruolo causale in fisiologia e patologia. Cfr:
ayurveda e yoga terapia;
la realta secondo layurveda

[8]Sneha स्नेह : lubrificante viscoso, menzionato nei versi 4.29-31 dell’Aṣṭāṅgahṛdayasaṃhitā (Sūtrasthāna) di Vāgbhaṭa.
Kalpanā कल्पना: formulazione di farmaci.

[9]Pāka पाक: trasformazione di sostanze con l’aiuto di agni (calore), enzimi digestivi e metabolici.

[10]Queste sostanze sono mescolate in una proporzione specifica e vengono poi riscaldate per un tempo determinato a seconda dello scopo terapeutico.

[11]Kalka कल्क: pasta. Composto di erbe fresche macinate in una pasta fine o grossolana; si prepara se la pianta non produce quantità apprezzabili di succo. Ha una discreta quantità di fibre e quindi è utile nei disturbi digestivi perché rimane più a lungo nell’intestino.

[12]Kvatha क्वथ: decotto, bollitura.

[13]Sneha स्नेह: lubrificante;  menzionato nei versi 4.29-31 dell’ Aṣṭāṅgahṛdayasaṃhitā (Sūtrasthāna) di Vāgbhaṭa.

[14]Drava द्रव : liquido; Dravya द्रव्य : sostanza, substrato di Guṇa e Karma..

[15]Cfr. Neetu Singh, Anand Chaudhary, A comparative review study of Sneha Kalpana (Paka) vis-a-vis liposome,
Ayu. 2011 Jan-Mar. in https://www.ncbi.nlm.nih. – articles 

[16]Mukha मुख : volto, faccia, apertura.

[17]Gaṇḍūṣa गण्डूष:  menzionato nel verso 2.6 dell’ Aṣṭāṅgahṛdayasaṃhitā (Sūtrasthāna) di Vāgbhaṭa.

[18]Kavalagraha कवलग्रह: assunzione di un sorso d’acqua o liquido per risciacquo, deglutizione o gargarismi. Cfr. Suśruta Saṃhitā , vol IV Cikitsāsthāna Cap. XL

[19]Gaṇḍūṣa गण्डूष: Riempire completamente la bocca con liquidi (decotti medicinali, acqua tiepida, oli medicinali) senza permetterne il movimento, gargarismo, risciacquo. Cfr. verso 2.6 dell’ Aṣṭāṅgahṛdayasaṃhitā (Sūtrasthāna) di Vāgbhaṭa.

[20]Cfr.  Suśruta Saṁhitā, vol. IV,  Cikitsāsthāna. Nel capitolo XL vi è la descrizione di vapori medicati, inalazione di erbe o altre sostanze, rimedi per liberare le vie nasali o pulire la bocca trattenendovi un fluido medicato.

[21]Tilataila तिलतैल: l’olio di sesamo (Sesamum indicum) utilizzato nella Cyavanaprāśa च्यवनप्राश (classica formulazione ayurvedica che comprende ingredienti come Tilataila, ritenuta efficace come potenziatore dell’immunità, della vitalità e come prevenzione di infezioni e allergie quotidiane come raffreddore e tosse, etc.).

[22]Ashtanga-hrudaya-Sūtrasthāna Cap. 22
www.easyayurveda.com – oral ear and head therapy ashtanga hrudaya sutrasthana

[23]Snehi (oleaginous), Prasadi (soothing), Sodhi (purifying) and the Ropana (healing).
Snigda (lubrificating), Shamana (palliative), Shodana (purifying), Ropana  (healing).

[24]R B Hosamani
A review on Gandusha: an Ayurvedic therapeutic procedure for oral disorders, 2017
B.V.V.Sangha’s Ayurved Medical College and Hospital, Bagalkot- 587 101, Karnataka, India
www.iamj.in

[25]la realta secondo layurveda

[26]la realta secondo layurveda

[27]Ropana रोपन: guarigione delle ferite.

[28]Suśruta: Suśruta Saṃhitā, Cikitsāsthāna, vol.$, 39-46

[29]VriddhaVagbhatt: Ashtanga Hrudaya, Sūtrasthāna 22/10-11, p.299-300;
Vagbhatt: Ashtanga Sangraha, Sūtrasthāna 31/10-12, p.224;
Sarangadhara: Sharangdhar Sam- Uttara Khanda 10/6-7, p.353
www.iamj.in

[30]Tritaku:  i “tre pepi”: piper nigrum, piper longum, zingiber officinalis.

[31]Vacā वचा: pianta semiacquatica dal fiore perenne della famiglia delle Ranuncolacee (il suo nome botanico ufficiale è Acorus calamus), conosciuta anche come Vaca, Ugragandhā o Ṣaḍgranthā. Usata sotto forma di polvere nelle terapie ayurvediche.

[32]Harītakī हरीतकी: Terminalia chebula;  famiglia delle Combretaceae.

[33]Dhūmapāna धूमपान: inalazione di fumo o vapore.

[34]Tāmbūla ताम्बूल: foglia di betel, nota anche come Pākaśāstra o Pākakalā.

[35]Cfr. Suśruta  Saṃhitā, volume 4: Cikitsāsthāna, 39-46.

[36]Secondo la Śārṅgadhar Saṃhitā i liquidi vengono usati preferibilmente in Gaṇḍūṣa, mentre il “bolo” medicato (una sorta di impasto) in Kavala Cfr. trueayurveda – kavala oil pulling

[37]Cfr. trueayurveda – kavala oil pulling

[38]Cfr. Suśruta Saṃhitā, volume 4: Cikitsāsthāna, 39-46,

[39]Cfr. la patogenesi secondo layurveda

[40]Cfr. trueayurveda – kavala oil pulling

[41]C. A. Squier, The permeability of oral mucosa, Review  Crit Rev Oral Biol Med 1991
“…Despite assumptions to the contrary, the oral mucosa is not a uniformly, highly permeable tissue like gut, but shows regional variation. The keratinized areas, such as gingiva and hard palate, are least permeable and nonkeratinized lining areas are most permeable…”
“Nonostante le assunzioni contrarie, la mucosa orale non è un tessuto uniformemente e altamente permeabile come quello intestinale, ma presenta variazioni regionali. Le aree cheratinizzate, come la gengiva e il palato duro sono meno permeabili e i rivestimenti non cheratinizzati sono più permeabili…”
pubmed.ncbi.nlm.nih
Jennifer Le, Skaggs School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences, University of California San Diego:
Assorbimento del farmaco. La mucosa orale ha un epitelio sottile e una ricca vascolarizzazione che favoriscono l’assorbimento; tuttavia, il contatto è solitamente troppo breve per un assorbimento sostanziale. Un farmaco posto tra le gengive e la guancia (somministrazione buccale) o sotto la lingua (somministrazione sublinguale) viene trattenuto più a lungo e questo ne aumenta l’assorbimento”;
in: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/farmacologia-clinica/farmacocinetica/assorbimento-del-farmaco

[42]Cfr. R.B. Hosamani, International Ayurvedic Medical Journal, August-September 2017, in: iamj.in

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