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Gaṇeśa Caturthī गणेश चतुर्थी

ganesa caturthi immagine interna alla descrizione del calendario

È una festa che cade nel quarto giorno di luna crescente (caturthī in sanscrito) del mese di Bhādrapada (agosto-settembre).
Gaṇeśa (o Gaṇeś गणे) figlio primogenito di Śiva e Pārvatī, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull’altra, nella posizione della Lalitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto Śrī.

Il culto di Gaṇeśa è definito nello Śiva Purāṇa 1.16. 21-23 “mediante l’adorazione di Gaṇeśa il devoto realizzerà il suo desiderio in questo stesso mondo. I giorni di culto speciale di Gaṇeśa sono il venerdì, il quarto giorno della metà luminosa dei mesi lunari di Rāvaṇa e Bhādrapada, e la stella Śatabhiṣak del mese di Dhanus. Egli sarà debitamente adorato in questi giorni. Oppure il devoto adorerà ininterrottamente per cento o mille giorni”.

 

Gaṇeśa rappresenta il dio della saggezza e il patrono dell’apprendimento—Tutto ciò che percepiamo nell’universo deve essere afferrato ed espresso dalla mente attraverso i mezzi delle categorie, quindi la “categoria” è un principio fondamentale dell’esistenza. Il “principio” con cui si possono comprendere tutte le classificazioni e la relazione di una cosa con un’altra nell’universo è chiamato Gaṇa-eṣa (“Il-Signore-delle-categorie”).

Gaṇeśa rappresenta uno dei concetti base del Sanatana Dharma: l’identità tra il macrocosmo e il microcosmo. In termini religiosi questa è l’identità tra l’individuo e l’universo (l’umanità fatta a immagine di Dio).

Nell’iconografia Gaṇeśa è rappresentato come un uomo dalla testa di elefante: la parte maschile di Gaṇeśa rappresenta il Principio manifesto che è subordinato al Principio non manifesto rappresentato dalla testa dell’elefante. La testa di elefante rappresenta anche alcune qualità alle quali un sincero ricercatore spirituale è incoraggiato ad aspirare: forza, intelligenza, resistenza e grazia.

Gaṇeśa è l’aspetto della divinità che infonde saggezza, forza spirituale e che rimuove gli ostacoli; per questo è invocato a scopo propiziatorio prima di iniziare qualsiasi attività, rito, lavoro,.

Alla fine dell’ultima era ci fu il pralaya, un grande riassorbimento che distrusse l’universo e tutto ciò che era esistente in esso. Seguì una lunga, lunga, lunga notte di Brahma: tutto fu buio e oscuro… un grande silenzio… nessun rumore nessun movimento… solo pace, pace, pace… … quando, dopo quattromilatrecentoventi milioni di anni, ci fu un piccolo spanda, un movimento, una sensazione, un’aspettativa che qualcosa di grande stava avvenendo; attraverso questa lunga notte emerse un bellissimo suono, un suono potente: ecco il suono dell’Om e, in questa nuova era, chiamata shvetaravaha kalpa, un grande Dio apparve nella forma della om a creare un nuovo universo. Le vibrazioni del suono om si espandevano e una luce soffusa, leggera rischiarava il mondo e un nuovo splendente sole nacque. Il grande spirito chiamò alla sua presenza la Trinità: Brahma, Visnu e Rudra-Shiva; diede a Brahma la possibilità di creare, a Visnu quella di conservare e a Rudra-Shiva quella di distruggere e trasformare. Dal praṇava emersero i quattro Veda: Rg, Yajur, Sama, Atharva dove tutta la conoscenza dell’universo fu racchiusa. Secondo il culto Ganapati, è credenza che la forma di Ganesha, come prima divinità assoluta, sia rappresentata nel simbolo dell’OM della lingua tamilica. E fu così che dal suono nacque Ganesha e il suo jayanti si festeggia nel quarto giorno luminoso della luna di bhādrapada, settembre-ottobre.”

(tratto da Sri Vidya)

“Tutte le famiglie indù, durante il jayanti di Gaṇeśa, preparano dei dolci in suo onore e li offrono durante la Pūjā per ingraziarsi il buon auspicio del Divino. Durante questi giorni di festa, nei villaggi si respira aria di giubilo, ogni immagine di Gaṇeśa viene addobbata e ornata con fiori e stoffe preziose, ogni tempietto è luogo di ritrovo di folle di persone che si soffermano di fronte a quest’immagine benevola e rassicurante. Dai grandi templi a lui dedicati, vengono portate fuori le statue su carri arricchiti da centinaia di ghirlande di fiori. I devoti del dio fanno a gara per spingere e sorreggere la statua come segno di devozione e tapas (austerità), spesso per ingraziarsi i favori del Divino. Nel Maharashtra, oltre all’adorazione pubblica, nelle strade si organizzano rappresentazioni teatrali di storie, tratte dai Purana, delle quali Gaṇeśa è il protagonista.. Anche i kirtan (canti devozionali) a lui dedicati rispecchiano il carattere di questa particolare divinità, sono gioiosi e aiutano a elevare lo spirito per rivolgerlo più vicino al Divino.” (tratto da Sri Vidya Anno I n.3)

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