Nell’Āyurveda आयुर्वेद troviamo descrizioni dell’anatomia fisica e di quella sottile o energetica.
A livello fisico vi sono
- i 5 Kośa कोश[1] o involucri
- i 7 Dhātu धातु[2], tessuti o nutrimenti che si sviluppano l’uno dall’altro,
- Ojas ओजस्, l’essenza rimasta alla fine del processo di trasformazione dei Dhātu e presente in essi in forma molto sottile. Ojas sostiene la funzione immunitaria e circola ovunque nel corpo, dando energia ai vari organi e sistemi; la sua sede è nel cuore.
I Dhātu e Ojas traggono nutrimento da Āhāra आहार[3] rasa रस[4] (l’insieme delle sostanze nutrienti prodotte dalla digestione del cibo), presente in tutto il corpo.
Per aumentare Ojas nel corpo l’Āyurveda consiglia di vivere il più possibile secondo le leggi di natura e le caratteristiche della propria individualità, scegliendo il tipo di cibo più salutare, uno stile di vita corretto, erbe specifiche e tutto ciò che aumenta nel corpo il sattva guṇa[5] ovvero la purezza.
Agni, l’energia sottile che si manifesta soprattutto come calore, regola la temperatura corporea. Esso simboleggia anche il fuoco emozionale (entusiasmo o depressione), la salute, il potere, la longevità.
L’Āyurveda descrive 13 agni, di cui il più importante è il Fuoco digestivo che si mantiene vivo e costante con una alimentazione appropriata. Esso serve a digerire non solo il cibo, ma anche emozioni, situazioni, informazioni; se agni è forte può trasformare in beneficio anche ogni tipo di “cibo pesante”.
Un fuoco digestivo ben funzionante mantiene in equilibrio i Doṣa दोष.
Si può stimolare agni tramite il digiuno, che, eliminando le scorie ammassate, permette al fuoco di ravvivarsi oppure con le tecniche di Pañchakarma, che facilitano la circolazione e il metabolismo.
Entrambi, con prudenza e solo sotto controllo di un medico esperto.
Mala, i residui: feci (puriṣa पुरिष), urina (mūtra मूत्र), sudore (prasveda प्रस्वेद).
Ciò che deve essere eliminato dal corpo, dalla mente e dallo spirito per ritrovare śauca.
Vi sono poi i bisogni fisici, 13 bisogni naturali che non bisogna reprimere per evitare di accumulare tossine nel corpo: starnutire, tossire, urinare, defecare, deglutire, sbadigliare, dormire, piangere, respirare, eliminare aria (dall’intestino) ruttare, vomitare, eiaculare.
E i bisogni emozionali: paura, collera, gelosia, tristezza, avidità, desideri e dubbi, che bisogna controllare per poi trasformarli e canalizzarli grazie a metodi come lo yoga, la respirazione, la nutrizione, il contatto con la natura, la meditazione.
L’anatomia sottile tratta della circolazione del Prāṇa o energia vitale e utilizza immagini simboliche per aiutare la visualizzazione dei percorsi energetici che, in quanto tali, non hanno confini fisici.
Le nāḍi sono invisibili flussi d’energia che attraversano, numerosissimi, il corpo. Le tre principali sono Suṣumṇā, il flusso centrale che scorre in corrispondenza della colonna vertebrale; Iḍā (a sinistra) e Piṅgala (a destra), sono flussi ad esso paralleli che si incrociano lungo il percorso in punti -i cakra- ove si creano come dei vortici d’energia.
I cakra sono centri d’energia, rappresentati come ruote dal movimento senza fine; essi si formano all’incontro di più nāḍi. I principali -in numero di sei o sette- sono situati nelle aree dei principali plessi nervosi lungo il canale centrale Suṣumṇā:
- Mūlādhāra, plesso coccigeo, le radici collegate alla Terra e all’odorato;
- Svādhiṣṭhāna, sistema uro-genitale e plesso sacrale, la procreazione, collegato all’Acqua e al gusto;
- Maṇipūra, il plesso solare (epigastrico), la digestione, collegato al Fuoco e alla visione;
- Anāhata, plesso cardiaco, la circolazione, collegato all’Aria, alla pelle e al tatto;
- Viśuddha, plessi comprensivi di cervicale e carotide (faringeo / laringeo), area polmonare e sistema respiratorio, collegato all’Etere, vibrazione sonora; simboleggia la purificazione del corpo e dello spirito;
- Ājñā, il terzo occhio, sistema limbico e colonna vertebrale, percezione interiore e intuizione oltre i cinque elementi;
- Sahasrāra, la corona o sommità della testa, cervello e coscienza cosmica, connessione con l’energia sottile.
Gli Srotas स्रोतस्, sono definiti dalla Caraka-saṃhitā, come grandi canali -originati ognuno da un organo- in cui circolano diversi tipi di fluidi che percorrono tutto il corpo; a livello fisico corrispondono ai vasi sanguigni e linfatici.
I Marma मर्म, sono punti fisici specifici – i principali sono 107- dove si incontrano corpo e coscienza. Intermediari tra il visibile e il sottile si trovano tra muscoli, legamenti, nervi e ossa.

Bibliografia di riferimento
K. Vyas, D. Belforti, Le bien-etre par l’Āyurveda, Marabout 2010
Introduzione alla fisiologia sottile della Tradizione Vedica- Hindū in: https://loyogadellatradizione.com/cakra

[1]annamāyākośa: corpo materiale fatto di cibo, prāṇamāyākośa: corpo energetico, manomāyākośa: corpo mentale, vijñanamāyākośa: corpo sovra-razionale, ānandamāyākośa: corpo di beatitudine
[2] rasa (‘linfa’ o ‘plasma’), rakta (‘sangue’), māṃsa (‘muscoli’ o ‘carne’), meda (“grasso” o “adiposo”), asthi (‘ossa’), majjā (“midollo” o “sistema nervoso”), śukra (“seme” o “tessuto riproduttivo”).
[3] Āhāra आहार: dieta. – La dieta è il fattore principale per raggiungere una buona salute. È impossibile avere una buona salute senza una dieta adeguata. Il cibo reintegra e sostiene doṣa, dhātu e mala.
[4] Rasa रस: gusto. Termine utilizzato usato in tutta la letteratura ayurvedica come la Suśruta-saṃhitā e la Caraka-saṃhitā. Questo sapore, originato dall’acqua e modificato attraverso il contatto gli elementi, è diviso in sei diversi tipi: dolce (Madhura), acido (Amla), salino (Avana), pungente (Katuka), amaro (Tikta) e astringente (Kashāya).
[5] guṇa गुण: sostantivo maschile: “merito”, “qualità”, “virtù”, o anche “corda”, “attributo”, “suddivisione”. Nella filosofia hindu del Sāṃkhya il termine è adoperato per indicare i tre componenti ultimi della materia (prakṛti): sattva, rajas, tamas