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Āsana per la meditazione (Siddhāsana सिद्धासन – Siddhayoniāsana सिद्धयोनिआसन)

Etimologia

Da siddha सिद्ध: secondo la Śvetaśvatara Upaniṣad, coloro che possiedono poteri sovrumani;  Sapienza e indifferenza  rispetto alla dimensione della profanità materiale; āsana आसन: postura o sede; yoni योनि: matrice, origine, regno dell’esistenza, organo femminile, conoscenza, specie. A volte la posizione è chiamata vajrāsana[1]. La parola siddha ha molti significati e implicazioni. Significa “potenza” e “perfezione”, per questo la postura è  definita come la posa perfetta o la posa potente. La parola siddha  significa  potere o facoltà psichica sviluppata attraverso pratiche yogiche.  Siddhāsana  aiuta a sviluppare questi poteri.

Esecuzione della posizione siddhāsana

In Haṭhayoga Pradīpikā

अथ सिद्धासनम
योनि-सथानकमङ्घ्रि-मूल-घटितं कॄत्वा दॄढं विन्यसेत
मेण्ढ्रे पादमथैकमेव हॄदये कॄत्वा हनुं सुस्थिरम |
सथाणुः संयमितेन्द्रियो|अछल-दॄशा पश्येद्भ्रुवोरन्तरं
हयेतन्मोक्ष्ह-कपाट-भेद-जनकं सिद्धासनं परोछ्यते || ३७ ||
atha siddhāsanam
yoni-sthānakamangghri-mūla-ghaṭitaṃ kṝtvā dṝḍhaṃ vinyaset
meṇḍhre pādamathaikameva hṝdaye kṝtvā hanuṃ susthiram |
sthāṇuḥ saṃyamitendriyo|achala-dṝśā paśyedbhruvorantaraṃ
hyetanmokṣa-kapāṭa-bheda-janakaṃ siddhāsanaṃ prochyate || 37 ||

Premi con forza il tallone del piede sinistro contro il perineo e il tallone destro sopra l’organo maschile. Con il mento che preme sul petto, ci si dovrebbe sedere con calma, avendo frenato i sensi, fissare costantemente lo spazio tra le sopracciglia. Questo si chiama Siddha āsana, che apre la porta della salvezza.

मेण्ढ्रादुपरि विन्यस्य सव्यं गुल्फं तथोपरि |
गुल्फान्तरं छ निक्ष्हिप्य सिद्धासनमिदं भवेत || ३८ ||
meṇḍhrādupari vinyasya savyaṃ ghulphaṃ tathopari |
ghulphāntaraṃ cha nikṣipya siddhāsanamidaṃ bhavet || 38 ||

Questo Siddhāsana viene eseguito anche posizionando il tallone sinistro su Meḍhra[2][l’organo maschile], poi posizionando su di esso quello destro.

एतत्सिद्धासनं पराहुरन्ये वज्रासनं विदुः |
मुक्तासनं वदन्त्येके पराहुर्गुप्तासनं परे || ३९ ||
etatsiddhāsanaṃ prāhuranye vajrāsanaṃ viduḥ |
muktāsanaṃ vadantyeke prāhurghuptāsanaṃ pare || 39 ||

Alcuni lo chiamano siddhāsana, alcuni vajrāsana, altri  muktāsana or guptāsana.

यमेष्ह्विव मिताहारमहिंसा नियमेष्ह्विव |
मुख्यं सर्वासनेष्ह्वेकं सिद्धाः सिद्धासनं विदुः || ४० ||
yameṣviva mitāhāramahiṃsā niyameṣviva |
mukhyaṃ sarvāsaneṣvekaṃ siddhāḥ siddhāsanaṃ viduḥ || 40 ||

Proprio come la moderazione nell’alimentazione è tra gli Yama e Ahiṃsā tra i Niyama, così anche il Siddhāsana è chiamato dagli Adepti il ​​capo di tutti gli āsana.

छतुरशीति-पीठेष्हु सिद्धमेव सदाभ्यसेत |
दवासप्तति-सहस्राणां नाडीनां मल-शोधनम || ४१ ||
chaturaśīti-pīṭheṣu siddhameva sadābhyaset |
dvāsaptati-sahasrāṇāṃ nāḍīnāṃ mala-śodhanam || 41 ||

Delle 84 āsana il siddhāsana dovrebbe sempre essere praticato, perché purifica le impurità di 72.000 nāḍī.

आत्म-धयायी मिताहारी यावद्द्वादश-वत्सरम |
सदा सिद्धासनाभ्यासाद्योगी निष्ह्पत्तिमाप्नुयात || ४२ ||
ātma-dhyāyī mitāhārī yāvaddvādaśa-vatsaram |
sadā siddhāsanābhyāsādyoghī niṣpattimāpnuyāt || 42 ||

Meditando su se stessi, mangiando con moderazione e praticando il Siddhāsana per 12 anni, lo Yogi ottiene il successo [l’emancipazione].

किमन्यैर्बहुभिः पीठैः सिद्धे सिद्धासने सति |
पराणानिले सावधाने बद्धे केवल-कुम्भके |
उत्पद्यते निरायासात्स्वयमेवोन्मनी कला || ४३ ||
kimanyairbahubhiḥ pīṭhaiḥ siddhe siddhāsane sati |
prāṇānile sāvadhāne baddhe kevala-kumbhake |
utpadyate nirāyāsātsvayamevonmanī kalā || 43 ||

Le altre posture sono inutili, quando il successo è stato raggiunto in siddhāsana e il  prāṇa vāyū diventa calmo e controllato dal kevala kumbhaka [sospensione spontanea del respiro].

तथैकास्मिन्नेव दॄढे सिद्धे सिद्धासने सति |
बन्ध-तरयमनायासात्स्वयमेवोपजायते || ४४ ||
tathaikāsminneva dṝḍhe siddhe siddhāsane sati |
bandha-trayamanāyāsātsvayamevopajāyate || 44 ||

Con il successo in un solo siddhāsana saldamente stabilito, si ottiene l’unmanī[3] in una sola volta e i tre legami [bandha[4]] si realizzano da soli.

नासनं सिद्ध-सदॄशं न कुम्भः केवलोपमः |
न खेछरी-समा मुद्रा न नाद-सदॄशो लयः || ४५ ||
nāsanaṃ siddha-sadṝśaṃ na kumbhaḥ kevalopamaḥ |
na khecharī-samā mudrā na nāda-sadṝśo layaḥ || 45 ||

Non c’è nessun āsana come  siddhāsana e nessun kumbhaka come il kevala. Non c’è mudrā come il khechari e nessun laya come il nāda [anāhata nāda].

In Gheraṇḍa Saṁhitā

3.7. Il praticante che ha sottomesso le sue passioni, posizionato un tallone vicino all’ano, deve porre l’altro tallone alla radice dell’organo genitale; quindi, poggiato il mento sul torace [tra le clavicole], essendo calmo e mantenendo la verticalità della colonna vertebrale, fissare lo sguardo sul punto tra le due sopracciglia. Questa è chiamata siddhāsana, che conduce all’emancipazione.

In Śiva Saṃhitā

3.85. Siddhāsana, che dà successo a colui che lo pratica, è come segue: pressando con attenzione il tallone sullo Yoni [perineo] lo Yogi deve porre l’altro tallone sul liṅga [organo genitale]; deve fissare il suo sguardo verso l’alto, nello spazio fra le due sopracciglia, deve essere stabile e ritirare i  sensi. In particolare il corpo deve essere diritto e senza pieghe. Il luogo dovrebbe essere solitario e senza alcun rumore.

3.86. Colui che desidera ottenere una rapida realizzazione dello Yoga, attraverso l’esercizio, dovrebbe scegliere la posizione di siddhāsana e praticare la regolazione del respiro.

3.87. Attraverso questa postura lo Yogī raggiunge il  vertice più elevato;  in tutto il mondo non c’è una postura più segreta di questa. Assumendo questa posizione e meditando in essa lo Yogī  è liberato dal peccato.

Tecnica di siddhāsana

  • Sedersi con le gambe distese davanti al corpo.
  • Piegare la gamba destra, posizionando la pianta del piede destro contro l’interno della coscia sinistra.
  • Il tallone destro dovrebbe essere posizionato in modo che prema contro l’area tra l’ano e i genitali (perineo).
  • Regolare l’assetto del corpo nella posizione più confortevole con il tallone destro collocato saldamente contro il perineo.
  • Piegare la gamba sinistra, posizionando il piede sinistro sopra il polpaccio destro.
  • Regolare la posizione del tallone sinistro in modo che prema nella zona immediatamente sopra i genitali (in questo modo i genitali dovrebbero trovarsi tra i due talloni).
  • I talloni dovrebbero trovarsi uno sopra l’altro.
  • Posizionare le dita del piede sinistro nello spazio tra il polpaccio destro e la coscia.
  • Posizionare le dita del piede destro nello spazio tra la coscia sinistra e il polpaccio.
  • Le ginocchia devono essere a contatto con il suolo.
  • Regolare nuovamente la postura del corpo in modo confortevole.
  • Porre la mano sinistra sopra il ginocchio sinistro e la mano destra sopra il ginocchio destro, con i palmi rivolti verso l’alto e l’indice che tocca la parte centrale del pollice in chin mudrā[5]; in alternativa, con i palmi rivolti verso il basso in jñāna mudrā.
  • Socchiudere gli occhi.

Note

Siddhāsana, così come padmāsana, richiede un notevole  grado di flessibilità delle gambe, si raccomanda di non tentare mai di forzare le gambe oltre il livello di flessibilità raggiunto naturalmente.

Per ridurre la pressione tra la caviglia inferiore e il pavimento, si può utilizzare un cuscino per sollevare leggermente i glutei. Allo stesso modo, si può posizionare un piccolo panno nel punto dove s’incrociano le caviglie.

Benefici

Induce tranquillità e calma mentale.
Riduce il flusso di sangue alle gambe.
Tonifica gli organi, i muscoli e i nervi degli organi addominali e pelvici.

La pressione nella regione del perineo, esercitata dal tallone, contribuisce al  risveglio del centro energetico del  mūlādhāra cakra[6]. Tale pressione inoltre viene utilizzata  in varie pratiche yogiche come mūla bandha[7].

Cautele

Questa posizione non deve essere praticata da coloro che soffrono di sciatica o problemi alla zona sacro-lombare della colonna vertebrale.

Tecnica di siddhayoniāsana

  • Sedersi con le gambe distese davanti al corpo.
  • Piegare la gamba destra, posizionando la pianta del piede destro a contatto con l’interno della coscia sinistra.
  • Regolare la posizione del tallone destro in modo che prema saldamente contro la parte anteriore della vagina (grandi labbra).
  • Regolare la posizione del corpo nel modo più confortevole, percependo la pressione del tallone destro.
  • Piegare la gamba sinistra, posizionando il piede sinistro sopra il polpaccio destro.
  • Far scorrere delicatamente le dita del piede sinistro nello spazio tra il polpaccio destro e la coscia.
  • Tirare le dita dei piedi verso l’alto nello spazio tra polpaccio sinistro e la coscia.
  • Le ginocchia devono essere a contatto con il suolo.
  • Regolare nuovamente la postura del corpo in modo confortevole.
  • Porre la mano sinistra sopra il ginocchio sinistro e la mano destra sopra il ginocchio destro, con i palmi rivolti verso l’alto e l’indice che tocca la parte centrale del pollice in chin mudrā[8]; in alternativa, con i palmi rivolti verso il basso in jñāna mudrā.
  • Socchiudere gli occhi.

Benefici

Gli stessi già descritti per  siddhāsana, con la differenza che, in questo caso, l’azione sul mūlādhāra cakra[9] ha influenza diretta sui plessi nervosi del sistema riproduttivo femminile. Aiuta a ottenere il controllo sugli impulsi neuropsichici che si occupano del mūlādhāra cakra e degli organi sessuali fisici associati.

Cautele

Questa posizione non deve essere praticata da coloro che soffrono di sciatica o problemi alla zona sacro-lombare della colonna vertebrale.

Riferimenti bibliografici

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Yogasūtra in: P.S. Filliozat, Yogabhāṣya de Vyāsa sur le Yogasūtra de Patañjali, Adamat, Paris, 2005
Rama Prasada, Patañjali`s Yogasūtras,  with the commentary of Vyāsa and the gloss of Vācaspatimiṣra , Divine Books, Delhi, 1910 (reprint 2011)
Gangānāth  Jhā, The Yoga Darśana. The Sūtras of Patañjali with the Bhāṣya of Vyāsa, Bombay, 1907
Yogasūtra con il commento di Vyāsa, Boringhieri, Torino, 1978
Svāmī Hariharānanda Āraṇya, Yoga Philosophy of Patañjali with Bhāsvatī, State University press, New York, 1985 (first edition 1963).
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Svāmī Veda Bhāratī, Yogasūtras of Patañjali  with the exposition of Vyāsa, vol II Sādhanā-Pāda, Motilal Banarsidass, Delhi, 2001
Michel Angot, Le Yogasūtra  de Patañjali, Le Yoga-Bhāṣya de Vyāsa (La parole sur le silence), Les Belles Lettres, Paris, 2012
Haṭhayoga Pradīpikā, Fayard, 1974 (Introduction, traduction et commentaires par  Tara Michaël, Préface par Jean Filliozat)
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The Yoga Upaniṣads translated into by T.R. Śrīnivāsa  Ayyaṅgār edited by Paṇdit  Subrahmaṇya  Śāstrī, Adyar library, Madras, 1938
K. Narayanasvami Ayab, Thirty minor Upaniṣads, Madras, 1914
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Haṭhayoga Pradīpikā of Svātmārāma, with the commentary  Jyotsnā of Brahmānanda , The Theosophical Society, Adyar, Madras 20, India 1972  (prima edizione 1893).
Haṭhayogapradīpikā of Svātmārāma (10 chapters) with Yogaprakāsikā commentary by Bālakṛṣṇa, edited by Manohar L. Gharote e Parimal Devanath, Lonavla Yoga Institute, 2017
Gheraṇḍa Saṃhitā, Almora, Paris, 2013 (trad. e note J. PAPIN)
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Svāmī Satyananda Saraswati, Āsana, Prāṇāyāma, Mudra, Bandha, Yoga Publications Trust, Bihar, India, 2008.
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A. Van Lysebeth, Imparo lo Yoga, Mursia, 2012
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L. Kaminoff, Yoga Anatomy, Calzetti &Mariucci, 2010.
R. Long, The key poses of Hatha Yoga, OM ed., Bologna, 2013.
F.I.Y., Corso Superiore di formazione insegnanti Yoga (ISFY), lezioni e appunti

Asana
Sequenza di base
Mudra e bandha
Cakra

divisore fantasia geometrica

[1]Cfr. Yoga-Mīmāmsā III.2, p. 135 (nel siddhāsana uno dei talloni è posto alla radice del pene).

[2]meḍhra मेढ्र: genitali

[3]unmanī उन्मनी: Il quinto dei cinque stati o modi dell’esistenza umana (jāgṛti, svapna, suṣupti, turīya, unmanī), quello dell’emancipazione dal dominio di Maya (Illusione) e l’assorbimento nella contemplazione della Verità suprema, l’essenza Divina.

[4]bandha बन्ध:esistono tre principali bandha (“blocchi” o “contrazioni”) che influenzano  a livello dell’addome, del torace e della testa: mula-bandha, uddiyana-bandha e jālandhara-bandha.

[5]Cfr: mudra e bandha

[6]Cfr: Introduzione alla fisiologia sottile della Tradizione Vedica- Hindū, in cakra

[7]Cfr: mudra e bandha

[8]Cfr: mudra e bandha

[9]Cfr: Introduzione alla fisiologia sottile della Tradizione Vedica- Hindū, in cakra

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